Udine | Teatro Zanon
10 aprile 1986
12 aprile 1986

Vero West (True West)

Vero West (True West)

Non ci sono Cowboy sulla scena di Vero West ma due fratelli, tanto diversi da rassomigliarsi, ma uguali quanto basta per odiarsi.

locandina
anno
1986
testo
Sam Shepard
traduzione Rossella Bernascone
adattamento Roberto Buffagni
regia
Franco Però
interpreti
Luca Barbareschi, Massimo Venturiello, Adriana Facchetti, Gianpaolo Saccarola
scene/luci
scene Antonio Fiorentino
musiche
musiche Antonio di Pofi
e...
costumi Valentino
produzione
Teatro Carcano di Milano

Non ci sono Cowboy sulla scena di Vero West ma due fratelli, tanto diversi da rassomigliarsi, ma uguali quanto basta per odiarsi. Due facce di un’America che si cerca affannosamente senza trovarsi, due facce simmetricamente opposte di un solo individuo. Austin, figlio modello che dopo aver frequentato l’università è riuscito ad affermarsi come sceneggiatore e Lee, pecora nera della famiglia girovago e ladruncolo di professione, si incontrano casualmente a casa della madre momentaneamente in viaggio. Il risultato del loro incontro è una lunga serie di violente reazioni a catena. L’origine di tutto ciò? Il desiderio di ognuno di loro di essere qualcun’altro, anzi più precisamente l'altro, di cambiare... mestiere, desideri, vita… qualsiasi cosa, ma cambiare.
Lee ci prova e per un attimo sembra quasi riuscirci. Il produttore Saul Kimer dopo aver promesso ad Austin di finanziare il suo progetto preferisce all’ultimo momento il racconto di Vita vissuta che gli propone Lee. Allo stesso tempo anche Austin cerca di appropriarsi della vita e della personalità del fratello rubacchiando qua e là tostapane che poi ammonticchia in casa, palesando così la sua sfida Ma probabilmente nessuno dei due troverà reali riscontri in questa nuova dimensione di vita, non l’intellettuale Austin, che sogna di seguire il fratello nelle sue avventure, ma si vedrà rifiutato, non il «duro» Lee che sicuramente si trova più a suo agio a vivere la vita che a raccontarla. Ma dov’è allora il West in questa messa in scena del testo di Shepard?
Forse nei ricordi di Austin e Lee da cui riemerge l’immagine di un padre, vecchio e alcolizzato, fuggito nell’ovest alla ricerca del suo deserto? Oppure nella storia che Lee sta cercando di scrivere? O ancora nei reconditi desideri di trasgressione di Austin ormai stanco del suo ruolo di «bravo ragazzo»?

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