CONTATTO SHAKESPEARE
Titus Andronicus
King Richard the Third
Il National Theatre di Subotica, è una delle maggiori realtà del teatro non tradizionale in Yugoslavia, conosciuto e apprezzato in gran parte dell’Europa, avendo partecipato ai più importanti Festivals e ora per la prima volta in Italia a Udine, all’interno di Contatto Shakespeare.
locandinaIl National Theatre di Subotica, città yugoslava del nordest, ai confini con l’Ungheria, è una delle maggiori realtà del teatro non tradizionale in Yugoslavia, conosciuto e apprezzato in gran parte dell’Europa, avendo partecipato ai più importanti Festivals e ora per la prima volta in Italia a Udine, all’interno di Contatto Shakespeare.
Il National Theatre presenterà due testi non usuali nelle messe in scena delle opere shakespeariane, diretti da due diversi registi: Dusan Jovanovic (Titus Andronicus) e Ljubisa Ristic (King Richard the Third), quest’ultimo non solo regista ma anche direttore artistico del Teatro Nazionale di Subotica, ideatore di numerose iniziative a livello europeo, fra le quali un grande ‘Shakespeare Fest’ realizzato nel 1986 tra Subotica e Palic, dove hanno debuttato i due lavori presenti a Udine.
Titus Andronicus è un testo molto raramente rappresentato nel mondo: si ricorda una grande prova di Brook una trentina di anni fa, ma non molto altro. Questo spettacolo, diretto da Dusan Jovanovic, è stata considerata la migliore, più stimolante messa in scena shakespeariana realizzata in Yugoslavia negli ultimi decenni; innanzi tutto per lo spazio dove si svolge lo spettacolo: il muro della morte, quella specie di grande botte che costituiva una delle attrazioni che da piccoli ci affascinavano alle fiere, vedendo motociclette correre in tondo sostenute solamente dalla forza centrifuga data dalla forte velocità; all’interno della botte, tranne che per una breve parte iniziale, non solo si svolge tutto lo spettacolo, ma trovano posto gli spettatori, che possono quindi seguire da una posizione privilegiata tutto ciò che vi accade.
Non è solamente una bizzarra trovata scenica: gli spettatori guardano ciò che avviene in quell’interno, che può apparire un baratro, l’inferno, mostrandone l’unica via d’uscita per gli attori / personaggi dello spettacolo; si assiste a una vicenda violenta e impressionante (tanto che qualcuno dubita sia opera di Shakespeare) che non permette via d’uscita; chi cerca di uscire da questo circolo infernale viene immediatamente bloccato dalle motociclette che a tutta velocità percorrono il muro della morte: è difficile, se non impossibile, sfuggire alla violenza di quel mondo.
Con un cambiamento totale di atmosfera, dal chiuso del Globe Theatre (il muro della morte), agli ampi spazi di un esterno, nella stessa serata, il Teatro nazionale di Subotica presenta il suo King Richard the Third, per la regia di Ljubisa Ristic; una versione che viene definita iconoclasta del Riccardo III: innanzi tutto è ricondotta a una durata complessiva di un’ora e dieci minuti; viene poi mantenuto intatto il senso della tragedia, ma conferendo un ruolo molto più umano, meno mitico al vittorioso Riccardo III, disegnando una figura di persona che ha vinto senza più trovarsene una ragione, che non trova più senso alla violenza, efferata, alla sopraffazione. La problematicità assolutamente contemporanea di cui si veste questa messa in scena si inserisce in una forma realizzativa anch’essa non aderente all’originale shakespeariano; l’ambientazione non precisamente definita, ma rifacentesi al periodo di Shakespeare, è caratterizzata da una lunga fila di fuochi che determinano lo spazio, la luce della tragedia, sono elemento scenografico e di illuminazione dello spettacolo; gli attori si muovono in questo spazio ripetendo più volte solo alcune frasi del testo, quelle essenziali, ma soprattutto creando con gesti e movimenti, sguardi, corse e lamenti lo scenario terribile di una battaglia conclusa tra uomini, ma appena all’inizio nell’animo del vincitore.





