Udine | Teatro Zanon
29 ottobre 1985
30 ottobre 1985

GIAPPONE INDIA EUROPA<br>El romancero de Edipo

GIAPPONE INDIA EUROPA
El romancero de Edipo

La storia di Edipo così come l’hanno raccontata di volta in volta Eschilo, Euripide e Sofocle, ma anche così come la vuole raccontare l'attore Toni Cots.

locandina
anno
1985
regia
Eugenio Barba
interpreti
Toni Cots
produzione
Basho - Danimarca

Dire che Toni Cots sia un attore spagnolo o un attore danese di origine spagnola è quantomeno riduttivo; egli si può definire comodamente un attore internazionale visto che con i suoi spettacoli si presenta in quasi tutto il mondo dall’Alaska all’Italia, al Venezuela alla Francia (1984). Da anni lavora comunque in Danimarca all’interno dell’Odin Teatret sotto la guida di Eugenio Barba, ed è proprio con la regia di Barba che ha messo in scena El romancero de Edipo ovvero la storia di Edipo così come l’hanno raccontata di volta in volta Eschilo, Euripide e Sofocle, ma anche così come la vuole raccontare lui.
Toni Cots ha infatti ripreso varie parti di questi testi ricavandone uno spettacolo che si potrebbe definire il «linguaggio moderno della tragedia greca», linguaggio che lui ha usato per raccontare della tragedia di Edipo, la tragedia di un uomo alla ricerca della verità, della verità del suo destino. Un destino, quello di Edipo, che si presenta in tutta la sua tragica natura fin dall’inizio, quando attraverso le parole di un poeta narratore racconta di come sia completamente all’oscuro delle sue origini essendo stato trovato sulle montagne di Tebe da un pastore, e la storia si riconferma in tutta la sua tragicità man mano che lo spettacolo va avanti e che questa non conoscenza della verità lo porta di passo in passo verso epiloghi sempre più drammatici. Dapprima uccide il padre senza conoscere l’identità, in seguito sposerà la madre, non conoscendo il legame che li unisce e infine scoprirà la verità su tutto quello che è stato il suo destino.
La scoperta dell’énigma causerà il suicidio di Giocasta, sua sposa e madre, nonché l’esilio dello, stesso Edipo con la sorella e figlia (maledetta) Antigone.
Lo spettacolo presentato da Toni Cots è recitato in catalano, ma la comprensione della lingua non può essere considerato un ostacolo in quanto probabilmente riesce ad aumentare la forza poetica che, unita al lavoro fisico, sintesi di movimento del corpo e poesia della voce, contribuisce in modo incisivo alla creazione del personaggio della tragedia.

Eugenio Barba
da Grotowski all’Odin
 
«Grotowski sottopone il pubblico a una vera aggressione. Egli lo strappa alla sicurezza borghese per lasciarlo in quella No Man's Land dove si dissimula l’aspetto reale dell’uomo contemporaneo. Gli umanitari epidermici, i filantropi, lo accusano di crudeltà e pessimismo, essi non hanno capito la lezione dell’Estremo Oriente. Cioè che gli spiriti benefici prendono in prestito dai demoni le loro maschere orrende, terrificanti, per meglio combatterli». A quanto pare Barba invece ha capito la lezione venuta dal Teatro Orientale e l’ha messa in’pratica nel suo lavoro. Questa affermazione tratta dal libro su Grotowski «Alla ricerca del Teatro Perduto» segue infatti di poco la fondazione da parte di Barba dell’Odin Teatret e lo studio che egli ha messo a punto in quel periodo sulla filosofia del Teatro Indiano e sulle Tecniche degli attori orientali. Studio che, non prescindendo dalla sua esperienza grotowskiana, lo ha portato ad un vero e proprio punto di contatto con l’Oriente. Il lavoro che egli porta avanti da vent’anni con l’Odin si può definire un’attività pedagogica improntato sulla crescita e la preparazione dell’attore attraverso la preparazione psicotecnica ed il training, ma soprattutto improntato sulla ricerca di quei principi fondamentali che in oriente regolano la rappresentazione. I risultati di questa sintesi emergono nel lavoro dell’Odin traducendosi in prodotto spettacolare, in lavoro pedagogico in opera scritta. Una forma di linguaggio quindi che cerca di stabilire un contatto conio spettatore attraverso l’energia sprigionata dai corpi che si muovono sul palcoscenico, la musicalità delle loro parole e l’armonia dei loro movimenti.