Udine | Teatro Zanon
9 maggio 1986
11 maggio 1986

Night

Night

Vivienne Newport, non interpreta il mondo, ma pone lo spettatore al di fuori di esso. Si aprono così sorprendenti orizzonti, mille scoperte insperate sono possibili.

locandina
anno
1986
regia
coreografia Vivienne Newport
interpreti
Florence Bonnefont, Patrick Erni, Harmin Hauser, Andrea Kühl, Aleson Moore, Elfriede Müller, Berna Uythof
produzione
Company Vivienne Newport

Night - via notturna - cose che accadono quando il sole cala - suoni - oscurità e luci artificiali - paure e follie - buio - luce lunare - la fine di un giorno ormai vecchio, l’inizio di un giorno nuovo - sesso e amore - litigi quando i bambini stanno dormendo - fuori nelle città - intrattenimenti - notturni - drinks - luci rosse - soft music - l’ultimo autobus - storie di fantasmi - ombre nell’oscurità - sogni - assassinii - incubi - parole non dette nella luce del giorno - scambi di confidenze - segreti - sotto i ponti - nei cespugli - nelle foreste - vecchi edifici - sorci - vagoni letto - sonnambuli - creature notturne - civette - guardare nel buio - dilatazione delle pupille - ombre - passi - non parlare a sconosciuti cercare di conoscere qualcuno - pagare per lui - turno di notte - sonniferi - buona notte.
Vivienne Newport, non interpreta il mondo, ma pone lo spettatore al di fuori di esso. Si aprono così sorprendenti orizzonti, mille scoperte insperate sono possibili.
I cambiamenti di prospettiva e i ricorrenti mutamenti di situazioni pongono lo spettatore in una situazione di insicurezza che inevitabilmente sfocia nella curiosità.
Nelle sue mani si legano il tragico e il comico delle figure attraverso il grottesco; in un continuo susseguirsi di segni e convenzioni si riconoscono collage musicali abilmente assemblati, flussi di azioni, e quadri in movimento.
L’arte espressiva di Vivienne Newport è una provocazione per ogni concezione classica di danza e teatro: una creatività, condita da quel pizzico di humour inglese, che non vuole assolutamente essere distruttiva.
I temi prediletti sono quelli di ogni giorno, in tutta la loro banalità, ma allo stesso tempo carichi di tutta la drammaticità dell’esistere. Paure, preoccupazioni, sogni, momenti di gioia, di disperazione ed euforia, vengono presentati con onesta schiettezza, senza propositi denunciatori.

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