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Hamlet

locandina
anno
2022
testo
concept Dewey Dell
coreografia Teodora Castellucci
interpreti
Ivan Björn Ekemark, Dylan Guzowski, Layton Lachman
musiche
musica originale Demetrio Castellucci
e...
disegno e realizzazione costumi Guoda Jaruševičiūte
direzione tecnica, disegno luci, realizzazione oggetti di scena Vito Matera
scena Transforma
scultura Matteo Lucca, “Human”
video e grafica Clio Casadei con Riccardo Gambi
produzione, assistenza alla coreografia Agata Castellucci
produzione
progetto finanziato da Hauptstadtkulturfonds (German Cultural Capital Fund)
In coproduzione con Tanzfabrik Berlin (col sostegno di Regierender Bürgermeister von Berlin – Senatskanzlei – Kulturelle Angelegenheiten), Dewey Dell, Triennale Milano Teatro

Venerdì 21 ottobre 2022, ore 20.30
Teatro Palamostre, Sala Pasolini

Incontri
al termine dello spettacolo, la compagnia incontra il pubblico

Laboratori
18 ottobre ore 17 - 21
Udine, Teatro S. Giorgio
19 e 20 ottobre ore 17 - 21
Udine, Teatro Palamostre
Dialoghi Open Lab
DEWEY DELL
Mimicry Crypsis

Essere figli è una caratteristica imprescindibile all’esistenza umana. Nasciamo da altri, da cui ereditiamo un’origine e da cui impariamo a vivere procedendo per modelli imitativi, proprio come alcuni animali. I figli degli esseri umani però, a un certo punto della loro vita, devono liberarsi da ciò che gli altri, esplicitamente o segretamente, avevano in piano per loro. Se questo riscatto non avvenisse, la vita di chi nasce si consumerebbe nell’affanno cieco di dover rientrare in un disegno, invasivo o latente, che non gli è mai appartenuto.
Il personaggio di Amleto di Shakespeare è incastrato in un comando di vendetta che il proprio padre gli ha imposto, ma che lui non riesce a portare a termine fino all’ultima scena della tragedia, quando ormai è troppo tardi. Dall’impossibilità del figlio Amleto ad agire si sviluppa l’idea di questo spettacolo, che vorrebbe tradurre in immagini il difficile processo di individuazione di una persona.

La ricerca coreografica di questo nuovo lavoro di Dewey Dell si avvicina molto al concetto di corporeità che accomuna i riti di possessione di tutto il mondo, senza avere l’intenzione di replicare o peggio di imitare nessuna di queste pratiche cultuali. La condizione corporea che si riscontra nelle trance di possessione – in particolare in quelle che prevedono una lacerante separazione tra persona e alterità, piuttosto che un’unione mistica con la divinità – è infatti molto simile a quella mentale di Amleto. Non essere sé stessi, uscire da sé, diventare niente e nessuno in modo tale da poter offrire il proprio corpo a qualcun altro – un’alterità che varia a seconda della cultura – che entrerà e cavalcherà il corpo. In questa abnegazione totale si perde temporaneamente la capacità di sentirsi, di decidere e di esserci. L’idea di concepire il corpo come una tunica di pelle (è proprio ciò che significa Habitus, letteralmente ‘modo di essere’, in greco Héxis), riempita o indossata da qualcun altro, è stata una chiave nella creazione di questo lavoro.

Durata: 55 minuti

Immagini