Brecht's Dance
la danza del ribelle
Bertolt Brecht accompagna, come un fantasma, il nuovo spettacolo di Koreja, un teatro che si fa percorrere dalle stesse pulsioni e passioni che fanno sentire oggi Brecht quanto mai vicino.
locandinaAi suoi tempi, Bertolt Brecht aveva già capito quanto era importante l'incontro del teatro e della musica. Insieme dovevamo costruire un linguaggio nuovo. E' ancora così, oggi che l'opera del drammaturgo tedesco viene riscoperta da Koreja, una delle formazioni che più ha fatto per la nascita di una scena al Sud d'Italia (due anni fa hanno portato a Teatro Contatto Acido Fenico) dopo l'incontro con uno degli esponenti più acclamati del sound meridionale, Raiz, la voce leader degli Almamegretta. Spinto dal ritmo del drum'n'bass, Brecht's Dance introduce all'inizio Baal, rabbioso e disperato adolescente creato da un Brecht giovanissimo per i piccoli palcoscenici delle taverne berlinesi. Poi il filtro dell'elettronica, gli scatti del rap e i motivi reggae cantano il legame di malavita tra polizia e criminali dell'Opera da tre soldi, mentre il suono dell'oud, il liuto arabo, ricorda il fascino che esercitò l'Asia sullo scrittore. Finché uno schianto non apre la scena alla saggezza del giudice Azdak, nel Cerchio di gesso del Caucaso, e al destino di un bimbo conteso dalle sue due madri. Insieme, gli attori di Koreja e la musica di Raiz e Paolo Polcari, trovano in Brecht nuovi suoni e nuove voci. E' la loro sfida alla complessità del nostro tempo e della ricerca musicale contemporanea. "Insieme abbiamo cercato parole per raccontare non le opere, ma le passioni e le pulsioni che ci fanno sentire oggi Brecht vicino". Insieme cantano al buio, nel tempo dei nuovi tempi bui.
Ho sempre amato Brecht e il teatro mi consente di esplorare altre identità. Mi affascina l'idea di diversificarmi: ho cercato di farlo nella musica e continuo esserlo, da solita, nel mio ultimo Cd. Il teatro è uno stimolo in più, anche se in Brecht's Dance resto un cantante: il mio acting è ancora legato alla musica. Ma Brecht si presta molto alle contaminazioni musicali. Penso che anche lui avesse capito che sono le identità, non le razze a distinguere gli uomini. Mentre preparavo le musiche di questo spettacolo ero a Londra e mi capitava di pensare a Brecht e a come dovevano colpirlo certe sonorità, magari quelle ascoltate in un locale di Berlino, mentre beveva qualcosa con gli amici. Così è stato naturale far convergere le musiche di Kurt Weill nel dub e nella techno.
Raiz degli Almamegretta





