Udine | Palasport Carnera
25 novembre 1994
26 novembre 1994

Mistero buffo

Dell'autore italiano più rappresentato all'estero, Dario Fo, Teatro Contatto propone lo spettacolo che è stato riconosciuto all'unanimità come il capolavoro del teatro popolare: Mistero buffo.

locandina
anno
1994
testo
di e con Dario Fo

Dell'autore italiano più rappresentato all'estero, Dario Fo, Teatro Contatto propone lo spettacolo che è stato riconosciuto all'unanimità come il capolavoro del teatro popolare: Mistero buffo. Dopo l'esordio del 1969, che ha conseguito ovunque successo, ma anche polemiche, Mistero buffo ripropone al pubblico quell'affascinante pout-pourrì di testi religiosi, canzoni, storie laiche, documenti di teatro popolare, testimonianze d'età medioevale di varie regioni italiane e di altri paesi che lo stesso Dario Fo ha raccolto per anni, ricostruendole in uno spettacolo omogeneo in un linguaggio inventato dallo stesso autore e reso comprensibile al pubblico grazie alle sue straordinarie capacità mimiche e alle introduzioni che fa precedere a ogni brano. Se mistero vuoi dire rappresentazione sacra, mistero buffo vuoi dire spettacolo grottesco e chi ha dato origine a questa forma primordiale di teatro è stato il popolo, che ne ha fatto il suo mezzo diretto d'espressione. Le invettive provocatorie sono state tradotte in un linguaggio teatrale vero e proprio -il grammelot- che permetteva agli attori ambulanti sia di comunicare in una forma universale, sia di sottrarsi a leggi censorie che imponevano loro di non esprimersi in lingua ma al massimo mimare e articolare suoni senza senso compiuto. Dalla tradizione dei giullari e dei comici dell'arte sono giunte a noi storie di esibizioni di grandi interpreti del grammelot. Con questo spettacolo, che Dario Fo realizza e trasforma in continuazione nel corso degli anni, raggiunge una delle vette più alte del teatro popolare, a dimostrazione e conferma del potere creativo della fantasia. Un ritorno eccezionale, quindi, con i brani più famosi, quali La fame dello Zanni, Arlecchino che beve la pozione magica (entrambi in grammelot bergamasco), La lezione di Scapino (in grammelot francese), La resurrezione di Lazzaro, il cui motivo dominante è la satira contro l'esibizione del miracolistico e Bonifacio VIII, classico esempio di anacronismo medievale, in cui la chiave del grottesco è impostata sull'idea della sontuosa vestizione del pontefice, che alla fine incontrerà in pompa magna Gesù in persona.

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