Udine, Sant'Osvaldo | Auditorium Menossi
22 aprile 1993
23 aprile 1993

CONTATTO COMICO
Il grande pop-corn

Anatoli Balasz ha deciso di fare uno spettacolo comico senza battute con la seguente motivazione: “Tanto, me le fregavano tutte!”

locandina
anno
1992
testo
Maurizio Grande e Anatoli Balasz
regia
Claudio Bisio
interpreti
Anatoli Balasz
scene/luci
scenografie Francesca Bazzurro e Gino Lanzetta

Lei aveva misure perfette: 90, 50, 90, ma si riferivano all’altezza, al numero di scarpe e al peso.
I suoi seni,  più che la perfezione, rasentavano il suolo e il suo sguardo quasi triplice nascondeva l’inganno di un assiepamento di lenti a contatto di gomito.
Era la più amata dagli estetisti, acquistava talmente tante creme contro il tempo, che alla fine dovette acquistare una crema contro le creme. Non si interessava al mondo, riteneva che l’ONU tosse una UNO che va solo in retromarcia.
Detestava i giochi di parole, se qualcuno diceva: “Prendi qualcosa, dai!", rispondeva: “O dici prendi o dici dai!”.
Inoltre era dell’idea che alcune invenzioni fossero prive di significato, ad esempio il telegrafo senza fili, che invenzione è? Il telegrafo c’era già, Marconi gli ha tolto i fili, d’accordo, ma così son capaci tutti, chiunque può inventare la ruota senza raggi, il telefono senza numeri o la ballerina senza mutande!
Tuttavia era una donna motto religiosa e la sua pudicizia arrivava a farle fare la doccia bendata.
Ogni sera, prima di addormentarsi, leggeva sempre due pagine della bibbia, le prime due, ogni sera le stesse. Non si può dire che conoscesse la bibbia ma era difficile coglierla in castagna sulle prime due pagine.
Il nostro personaggio s’innamorò di lei perché gli ricordava la sua prima moglie. Gli ricordava anche i! suo primo cane ma non ebbe mai il coraggio di dirglielo.
Tutto ciò che accadde non si saprà mai, ma è qui che finiscono le battute ed è a questo punto che comincia Il grande pop-corn. Anatoli Balasz ha deciso di fare uno spettacolo comico senza battute con la seguente motivazione: “Tanto, me le fregavano tutte!”
Savino Pezza