Udine | Teatro Zanon
23 novembre 1990
25 novembre 1990

Il legno dei violini

Il legno dei violini

“Io è un altro, che colpa ne ha l'ottone se ne fanno trombe?” Scriveva Rimbaud. Che colpa ne ha il legno se ne fanno violini? La Compagnia di Giorgio Barberio Corsetti presenta il nuovo spettacolo.

locandina
anno
1990
regia
testo e regia Giorgio Barberio Corsetti
interpreti
Giorgio Barberio Corsetti, Duarte Barillaro Ruas, Alessandro Lanza e Federica Santoro
scene/luci
scene Giorgio Barberio Corsetti
musiche
Daniel Bacalov
produzione
Compagnia di Giorgio Barberio Corsetti

“Io è un altro, che colpa ne ha l'ottone se ne fanno trombe?” Scriveva Rimbaud.
Che colpa ne ha il legno se ne fanno violini?
La storia. Scompare una borsa. Chi non ha perso una borsa o un’agenda? E’ un incidente casuale voluto, cercato, è una piccola morte, una specie di omaggio a quell’altra in attivo da sempre.
Si cancellano delle parti di se stessi. Parti che si vogliono lasciare andare, ma che ritornano invece in totale rivolta. La perdita apre una crepa nella quotidianità senza storia, permette l’ingresso trionfale di altre forze.
Il corpo si sente nudo, segnato dalla debolezza e dal cedimento.
La borsa con tutto quello che contiene è come la casa per i suoi abitanti, come l’astuccio per gli occhiali, come il vestito per il corpo.
Contengono. Prendono forma dalla sostanza: “il legno dei violini”.
Di cosa è tatto un violino? di cosa è fatto un uomo?
I personaggi. Giorgio Barberio Corsetti è Elia. Colui che ha perso la sua borsa e, si è sentito male. Ha gli abiti macchiati di caffè. Porta gli occhiali senza i quali non vede che ombre. Alessandro Lanza è Assalonne, segretaria di Elia. Sempre sotto pressione, pronto ad esplodere. Vuole scoprire la realtà. Cade dall’alto. Federica Santoro è la Signorina. Fluttuante e molto sensibile, in grado di sentire gli altri e quindi di manovrarli. Duarte Barillaro Ruas è il Vicino (quello lungo) del terzo Mondo. Per diletto si inventa un mestiere diverso a seconda della persona che gli sta di fronte. Sempre pronto a far festa, crea disordine e incertezza.