Le visioni di Mortimer
«Il nostro spettacolo si muove agilmente tra gli stili e le mode, tra le file e le code, e se si potesse definirlo con un termine scolastico potrebbe essere: inclassificabile».
locandinaGli anni dei nostri travagli, e anche dei vostri, si sono finalmente trasformati in qualcosa di eccitante, tanto quanto una pizza fredda con una coca cola calda.
Per questo fare uno spettacolo oggi è facile, grazie alla favorevole situazione culturale e sociale che ogni giorno ci permette di compiere atti eroici e straordinari così omogenei all’epica epopea che ci meritiamo di vivere.
In questa tempesta di fermenti culturali, un nuovo teatro di impegno richiede una sola fondamentale parola d’ordine: coerenza. Ed è per questo che noi, non potendo essere coerenti fino in fondo, con chiarezza abbiamo scelto di essere incoerenti, subito e creando disordine.
Con queste precise direttive il nostro spettacolo si muove agilmente tra gli stili e le mode, tra le file e le code, e se si potesse definirlo con un termine scolastico potrebbe essere: inclassificabile.
Non esistendo, oggi come oggi, giusti conflitti, sincere dottrine, sane passioni, è difficile scrivere per il teatro, difficile recitare, difficile ballare, difficile proporre, difficile disporre, difficile imparare l’inglese, difficile alimentarsi correttamente, difficile vincere con portfolio, e difficile trovare cosa e, soprattutto, è difficile spiegarvi cosa faremo sul palcoscenico.
C’è un gruppo di giapponesi che ci fotografa, convinti che siamo Il Cenacolo di Leonardo. C’è una scenografia che ricorda Apocalipse Now... ricorda.. C’è anche una trama, ma non ne parliamo a nessuno perché non siamo mica dei pentiti.


