Psicoshow
La nuova produzione de L'Impasto nasce all’interno del progetto Arte Società Follia.
locandinacanti e coreografia Michela Lucenti
in collaborazione con
CSS Teatro Stabile d'Innovazione del Friuli Venezia Giulia, DSM Dipartimento di Salute Mentale di Udine, Centro d'accoglienza E. Balducci, Zugliano (UD), Circuito Danza Lombardia, Chorea Produzioni per la Danza, Bologna
Ogni nuova stagione teatrale vede ormai L'Impasto Comunità Teatrale Nomade, impegnata in spettacoli che non sono semplici manufatti artistici, ma veri e propri eventi viaggianti. L'Agenda di Seattle, nata a Rovereto nel 2000 e sviluppata a Udine per Teatro Contatto, è stata una grande carovana artistica e politica che girando le piazze d'Italia ha affrontato temi globali in uno spettacolo ogni volta diverso. Così anche Il Quartiere, ideata per il festival di Gibellina, ma completamente rieditata a Udine, nel comprensorio dell'ex Ospedale Psichiatrico. Lavorando qui L'Impasto ha contribuito a restituire alla città spazi e edifici (come il piccolo teatrino riaperto all’interno del DSM di Sant’Osvaldo a Udine) che non venivano utilizzati, e ne ha fatto una palestra artistica, per raccontare nel Quartiere una storia italianissima di potere, di piccole e grandi prepotenze, ogni volta reinventate dall'ingresso dei ragazzi provenienti dal quartiere in cui L'impasto si insedia. Ora l’Impasto si appresta a presentare l’ultimo lavoro, Psicoshow, ospite del CSS Teatro stabile di innovazione del FVG con cui si è instaurata in questi anni un’intensa collaborazione progettuale e artistica.
La nuova produzione nasce all’interno del progetto Arte Società Follia, un progetto annuale nato con il proposito di riflettere attraverso una serie di iniziative pratiche sulla relazione che intercorre tra il fare arte —in particolare teatro, danza, canto, scrittura—, l’essere sofferenti mentali o comunque vivere un disagio forte e contemporaneamente trovarsi a essere parte di una società “matura”, evoluta fino ad una frammentazione e una specializzazione esasperate, ormai confinati con l’immagine di un ordinato delirio collettivo. Fino all’estate il progetto si svilupperà a Udine (con più dislocazioni, dal Teatrino dell’ex ospedale psichiatrico di Sant’Osvaldo, al Teatro S. Giorgio di Udine, al Centro di accoglienza Balducci di Zugliano), coinvolgendo fianco a fianco importanti realtà impegnate nel sociale e a promuovere una cultura artistica di radicale ispirazione civile: una compagnia teatrale L’Impasto – Comunità teatrale nomade, il CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, il DSM Dipartimento di Salute Mentale – Udine, e il Centro di Accoglienza Balducci di Zugliano.
Psicoshow è un corpo a corpo tra teatro e psichiatria – spiegano Alessandro Berti e Michela Lucenti anime de L’Impasto. Parleremo di teatro, di medicina, di psichiatri, delle nostre disavventure personali nel fantastico mondo della psichiatria pubblica e privata. E lo faremo partendo da Franco Basaglia, maestro dimenticato (e da noi scoperto solo in questi ultimi mesi) del quale metteremo in scena brandelli delle Conferenze Brasiliane, anno 1979. Allora molti di noi erano appena nati o ancora nei pensieri dei genitori. Cosa è successo in questi 25 anni? Com'è cambiato il mondo e com'è cambiata la psichiatria? La danza e il canto ci faranno fare questo viaggio nel tempo, saremo noi bambini, noi nel liquido amniotico della nostra assenza dalla storia, noi adolescenti, un sogno in cui danziamo la nostra evoluzione, quello che diventeremo...ed eccoci infine all'oggi, a noi a trent'anni nei viali dell'ex manicomio di Sant'Osvaldo, a Udine, o in uno studio privato di un famoso psichiatra di Firenze, eccoci nel 2003, dentro un talkshow volgare ma ormai anche postumo, scassato, in cui realtà e finzione si mischiano, si rincorrono sempre più vertiginosamente...e il teatro scompare per riapparire nella vita, nella platea, nella realtà fragile delle nostre abitudini, che sono il vero, il grande, l'unico psicoshow.






