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Generazione Scenario 2021: due giovani artisti legati al CSS si affermano al Premio Scenario 2021

Due giovani artisti legati al CSS si affermano al Premio Scenario 2021.
Il coreografo e danzatore Mattia Cason è infatti il vincitore del Premio Scenario 2021 con il progetto Le Etiopiche, appena presentato a Bologna nell’ambito della quarta edizione di Scenario Festival. Una Menzione Speciale è stata attribuita invece a Boiler RoomGenerazione Y dell’attrice e autrice Ksenija Martinovic.
Orgogliosamente il CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, socio dell’Associazione Scenario, è incubatore creativo e teatro referente al Premio Scenario per i due artisti.
Entrambi under 35, Mattia Cason e Ksenija MartinovicC sono stati accompagnati in questi anni nel loro percorso artistico dal CSS con azioni di scouting e tutoraggio per artisti emergenti. Gli artisti hanno inoltre avuto occasione di svolgere periodi di ricerca creativa nel contesto di Dialoghi Residenze delle arti performative a Villa Manin.
Ksenija Martinovic è legata al CSS fin dalla sua opera prima, Diario di una casalinga serba (spettacolo vincitore del Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro 2014 –sezione monologhi).
Nel 2019 Martinovic ha poi ricevuto dal CSS il premio di produzione StartArt riservato a giovani artisti per il suo secondo progetto scenico, Mileva. 
Mattia Cason incontra il CSS proprio in occasione di quest’ultima produzione, come partner in scena di Ksenija Martinovic e da allora ha iniziato un suo percorso autoriale come coreografo e danzatore, sempre dialogando con il CSS.
Mattia Cason ha vinto il Premio Scenario 2021 con il Progetto Le Etiopiche con la seguente motivazione: «Storia e mito, plurilinguismo e multidisciplinarietà, complessità concettuale e artigianato teatrale che ricollocano nel passato tematiche del presente. Le Etiopiche rilegge l’epica di Alessandro Magno alla luce della contemporaneità, aprendo una riflessione sull’Europa di oggi, in una prospettiva che contempla l’accoglienza come opportunità piuttosto che come limite. È così che il suono di parole sconosciute ci mette di fronte all’ignoto, all’altro da noi, muovendo curiosità e interesse. La scena viene abitata da molteplici linguaggi espressivi: il teatro, che transita attraverso figure provenienti da epoche differenti, alla ricerca dei fondamenti su cui si fonda l’Europa del passato, quella degli Stati nazionali, si alterna al video, usato come una finestra sul mondo, capace di proiettare sullo schermo una geografia multiforme, fatta di paesaggi, di volti e di azioni. E infine la danza, che diventa elemento scenico comune e condiviso, capace di comunicare al di là delle barriere linguistiche. È così che prende forma l’idea di un’Europa del futuro, di matrice afroasiatica, aperta a una nuova socialità, più umana e più etica».
La motivazione con cui Ksenija Martinovic si aggiudica la Menzione speciale per il progetto Boiler Room – Generazione Y è: «Quale potrebbe essere il punto di rottura della musica in una determinata zona di confine, di guerra, di solitudine, di resistenza? Boiler Room si dispone in questa concertazione di interrogativi che scavalcano il teatro, in cerca di altri immaginari per favorire il riconoscimento culturale, la cittadinanza e le fragilità delle nuove generazioni».