Nelle ultime settimane gli artisti di Cosmesi sono tornati dunque negli spazi del Teatro Capannone di Udine, luogo di residenza creativa che il CSS Teatro stabile di innovazione del FVG ha messo a disposizione della compagnia per un triennio, dal 2009 al 2011.
Con questa residenza, il CSS segue e sostiene il progetto produttivo di Cosmesi, rafforzando un’attenzione al nuovo che emerge nel nostro territorio, come in Italia e in Europa, e che nel caso di Cosmesi si era già sviluppato in altre collaborazioni, a partire dalla presenza dei lavori della compagnia fra gli spettacoli ospiti della stagione di Contatto.
Ora, con l’invito a partecipare al Festival romagnolo, Cosmesi avrà l’occasione di debuttare in uno dei festival fra i più “battaglieri” e “frequentati” dal pubblico e dalla critica, con un progetto che si pone l’obiettivo di coniugare rigore etico ed estetico, interrogandosi sui linguaggi espressivi, le forme sceniche e le sostanze poetiche, fondandosi anche sulla responsabilità politica del lavoro artistico. Diretto quest’anno da Enrico Casagrande di Motus, il Festival ha chiesto a Cosmesi di creare uno spettacolo site-specific per lo Sferisterio, uno degli spazi all’aperto più ricchi di storia e affascinanti di Santarcangelo.
Dal 9 all’11 luglio Cosmesi presenterà in quel luogo NEROep_Cosmesi split Rotorvator, una performance di 20 minuti concepita sul modello dell’”extended play” dei prodotti musicali. NEROep è infatti lo sviluppo del progetto precedente di Cosmesi, Periodonero (sempre nato a Udine e prodotto dal CSS) e ne è una sorta di “altra faccia”, un “lato B”, una sorta di “derivazione” di quel lavoro fondato sull’animazione, la performance, l’inserto di partiture di suoni e rumori.
Dopo Periodonero, con NEROep Cosmesi allarga i propri confini, lambendo un nuovo limite nel confronto con il gruppo musicale Rotorvator, gruppo metal-elettronico bellunese, nella collaborazione tecnica e progettuale con Michele Bazzana e proseguendo la collaborazione con Emanuele Kabu per quanto riguarda le animazioni.
Nella sonorizzazione di un cupo evento attraverso un concerto spinto all’eccesso, la scena pare non nutrire più alcuna speranza. Non si tenta nessuna scalata, non si costruiscono strategie, ma ci si lascia attraversare da una musica assordante. Le animazioni video nate con Periodonero sopravvivono come continue interferenze, dentro le quali scorgere immagini di uno sfacelo progressivo. Se il segnale è disturbato, è perché non c’è più nulla di nobile, e non rimane che disfarsi di ogni residuo nero rimasto a incrostarci.