Di nuovo in scena, giovedì 18 maggio con lo spettacolo Il mago dell’Etna, quella che è ormai a tutti gli effetti una compagnia amatoriale stabile: la Compagnia Teatrale della Casa circondariale di Tolmezzo. Da tre anni un gruppo di detenuti ad alta sorveglianza condivide la passione per il teatro frequentando il laboratorio curato da Sandro Carpini (nella foto), attore e regista di origine toscana da anni residente a Tolmezzo.
L’iniziativa si inserisce all’interno del Progetto pilota in tema di disadattamento, devianza e criminalità che il CSS Teatro stabile di innovazione del FVG sta coordinando all’interno di quattro Case circondariali della Regione (Udine, Pordenone, Tolmezzo e Gorizia, in quest’ultima in collaborazione con A.Artisti Associati).
Obiettivo: sviluppare e promuovere attività culturali e di socializzazione nelle Case circondariali, soprattutto in forma di laboratori affidati a operatori qualificati, ammessi a lavorare all’interno delle carceri e capaci di coinvolgere attivamente la popolazione detenuta.
«Fare teatro – hanno dichiarato i detenuti-attori – per noi è comunicare. Da una parte con noi stessi, dall’altra con l’esterno. In questo scambio interno/esterno c’è la nostra voglia di fare un percorso, che arriva alla costruzione dello spettacolo e che ci fa vivere con spirito costruttivo la nostra permanenza in carcere».
E la messa in scena del Mago dell’Etna nella sala teatrale del carcere ha rappresentato il punto di arrivo di questo percorso. Davanti a una platea composta dagli ospiti invitati dalla direzione della Casa circondariale – tra i quali il Sindaco di Tolmezzo Sergio Cuzzi, il consigliere regionale Kristian Franzil, la direttrice dell’Uepe di Udine (Uffici di Esecuzione Penale Esterna) Antonina Tuscano, Gianni Stefanutti in rappresentanza dello IAL di Gemona, la preside della scuola media statale di Tolmezzo Lia Durigon – e dalla stessa popolazione detenuta, sono saliti sul palcoscenico i partecipanti al laboratorio: inizialmente emozionati, ma ben presto capaci di dar vita a tante gag, risate e improvvisazioni.
Lo spettacolo è il terzo capitolo della saga iniziata con le altre due pièce della compagnia, Il Bar di Ziu Cicciu e Radio Dog Dog, e prosegue quindi le avventure del personaggio immaginario Ziu Cicciu dopo la sua scarcerazione. Una volta a casa dopo anni di prigione, con l’aiuto di suo genero e di una segretaria compiacente, si mette a fare il mago che predice il futuro e dà i numeri del lotto. Nel suo studio incontra un sacco di clienti e di casi umani che si rivolgono a lui per risolvere i loro problemi ma, essendo un ciarlatano, assieme al suo spirito giuda (un pappagallo) non fa che combinare guai. Smascherato dall’inchiesta di due giornalisti televisivi, si darà alla fuga… questa volta in Brasile.
Calorosi applausi da parte del pubblico, sorrisi e forte emozione degli interpreti che hanno aggiunto: «Speriamo che attività come questa vengano ripetute e siano adottate anche da altre comunità, affinché le privazioni, il disagio sociale, il carico di sofferenza, di rabbia e di malinconia possano trovare il loro riscatto».
Gli ospiti sono poi stati invitati a visitare l’esposizione di manufatti in legno creati durante il corso di falegnameria e ad assaggiare i piatti preparati dai partecipanti al laboratorio di cucina.
Vai al progetto Case circondariali