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Un uomo in divisa e la sua ultima partita: Claudio Moretti in scena con Bessôl - un arbitro tal bunker

Un uomo in divisa e la sua ultima partita: Claudio Moretti in scena con
Bessôl - un arbitro tal bunker, monologo scritto e diretto da Fabiano Fantini
giovedì 18 giugno nella piazza di Chiasottis a Pavia di Udine e sabato 20 giugno presso la Domus Magna di Belvedere di Povoletto

Un uomo in divisa e la sua ultima partita da arbitro. Pronto a festeggiare la trentesima replica nella nostra Regione con il suo recente monologo in lingua friulana Bessôl – un arbitro tal bunker, Claudio Moretti torna in scena, giovedì 18 giugno ore 21 nella piazza di Chiassotis a Pavia di Udine e sabato 20 giugno ore 21 presso la Domus Magna di Belvedere di Povoletto (UD).
La piéce interpretata da Claudio Moretti, amatissimo attore di Gradisca di Sedegliano, è scritta per lui da Fabiano Fantini, l’amico e compagno di scena di sempre con cui, assieme a Elvio Scruzzi, forma il trio del Teatro Incerto.
Prodotto da CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e Teatro Incerto, la solitudine dell’arbitro diventa il pretesto per riflettere su un mondo che sembra aver perso le sue coordinate. Una tragicommedia che strappa risate e riflessioni.

Un arbitro di calcio, un’ora prima del fischio d’inizio della sua ultima partita. L’ultimo giorno di una carriera fatta di pochi successi e tante sconfitte, ma sempre vissuta con senso di giustizia. Claudio è un arbitro che crede nelle regole e l’averle fatte rispettare negli anni ha comportato per lui un’esclusione dal grande giro: “Lei la serie A la vedrà in televisione” gli hanno sempre ripetuto capi e capetti.
Chiuso in uno spogliatoio che assomiglia più a una cella, a un bunker con poca luce e senz’acqua calda, l’uomo dà libero sfogo ai suoi pensieri. Claudio ce l’ha con tutti: con la divisa rigorosamente nera, con gli organizzatori che lo hanno rilegato in un bunker sprovvisto di acqua calda, con gli arbitri disposti ad ogni compromesso, con la commissione arbitrale che gli ha negato il passaggio al professionismo, con i presidenti delle società sportive che praticano la corruzione.
Tra tanti ricordi l’arbitro si sofferma in divertenti digressioni e anedotti del passato; a ruota libera, fra un’esplosione di rabbia e momenti di dolcezza, parla della sua famiglia, degli amici e colleghi, di un mondo che si sta trasformando in funzione del mercato e delle televisioni. È un uomo qualunque, Claudio, alla ricerca di un atto eroico che possa riscattare la sua esistenza. E l’unico modo per farlo, in questo caso, è arbitrare alla grande l’ultima partita ed “entrare nello stadio come un torero nell’arena”.