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Udine | Teatro Palamostre
14 aprile 2007 ore  21:00

Urlo

Come ogni spettacolo di Pippo Delbono, Urlo è un viaggio che va dritto al centro delle emozioni, un’opera rituale dove collidono la danza, il canto, la musica, la pittura, le parole.

locandina
anno
2007
testo
Pippo Delbono
regia
Pippo Delbono
interpreti
Compagnia Pippo Delbono
produzione
ideazione e regia Pippo Delbono con la Compagnia Pippo Delbono una produzione ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione / Maison de la Culture de Bourges / Festival d’Avignon / Teatro di Roma / Le Volcan - Scène nationale du Havre / Thèâtre de la Cité - Thèâtre national de Toulouse Midi-Pyrénées / Scène nationale de Sète / Spielzeiteuropa Berliner Festspiele, in collaborazione con Fondazione Orestiadi di Gibellina

Al suo debutto, al Festival di Avignone, dove due estati fa è stato accolto trionfalmente, Le Monde ha parlato di Urlo come “un evento indimenticabile, uno spettacolo pieno di saggezza e follia, di musica e poesia, popolato di creature fiabesche”.  Come ogni spettacolo di Pippo Delbono, Urlo è infatti un viaggio che va dritto al centro delle emozioni, un’opera rituale dove collidono la danza, il canto, la musica, la pittura, le parole. Tutte componenti che riescono a superare i limiti gli uni delle altre, per esprimere l’inesprimibile in maniera esplosiva.
Urlo è uno spettacolo sul potere, un grido contro le sue sopraffazioni, sul dolore e la sconfitta di chi lo subisce, ma anche il segnale di una spiritualità che riesce a emergere dalla natura umana e generare un vitale percorso di scoperta. In scena una compagnia di venti attori dal vissuto molto differente – i compagni di strada “non attori” Nelson, Gianluca, Gustavo, il piccolo Bobò, ma anche danzatori come Pepe Robledo e attori professionisti – si muove assieme ai musicisti di una banda di paese, in una scena che fa eco all’espressionismo lancinante di Francis Bacon, alla forza dirompente delle avanguardie. Pippo orchestra con la sua voce e la sua presenza maieutica ed energica questo popolo multiforme e libero di manifestarsi. La sua voce appesa all’immancabile microfono si congiunge alle parole sul potere di Oscar Wilde e Allen Ginsberg. Energia pura che si diffonde mentre la colonna sonora dello spettacolo oscilla fra il canto di Giovanna Marini ai successi da juke box anni Sessanta, dalla polifonia del repertorio sacro cinquecentesco agli accompagnamenti popolari dei pezzi per banda, mentre ancora una volta – come un leit motiv - ritornano le parole talismano del Che: “una grande rivoluzione non può che nascere da un grande sentimento d’amore”…

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