Udine, via Baldasseria Bassa 371 | Spazio Teatro Capannone
23 marzo 2007
25 marzo 2007

La società dello spettacolo

In omaggio a Guy Debord, Macchinamodulare ha creato La società dello spettacolo, un luogo da attraversare come esperienza, fra schermi, voci off, musica.

locandina
anno
2007
testo
Guy Debord
regia
C.L. Grugher
interpreti
Marianna Masciolini, Michelangelo Bellani, Anna Laura Vinti, Giovanna Vedovati, Marco Ruffinelli
l'uomo della voce Tonino De Bernadi
l'uomo della videocamera Matteo Duranti
l'uomo della tecnica Francesco Servettini
scene/luci
partitura scenica Michelangelo Bellani
e...
un progetto di Michelangelo Bellani, C.L. Grugher, Marianna Masciolini, Silvia Panico
produzione
M.M. macchinamodulare officine teatrali

Nel 1967 Guy Debord pubblica La società dello spettacolo che finisce subito sulle barricate del Maggio francese per la sua teorizzazione di una società invasa dal potere dei media e la sua definizione di spettacolo come irrealismo prodotto da una pratica sociale. Vent’anni dopo sarà fra i primi a parlare, nei libri e nei suoi film, di “spettacolare integrato”, dimensione che vede un’intera generazione “allevata” e dunque perfettamente “integrata” dal dominio dello spettacolo, una “massa” assogettata agli idoli spazzatura creati ad uso e consumo dell’ideologia della merce per distrarla da tutto quanto di reale, ingiusto e cruento avviene ogni giorno nel mondo.
In omaggio a questo pensatore, Macchinamodulare ha creato La società dello spettacolo, un luogo da attraversare come esperienza, fra schermi, voci off, musica. Il primo schermo è quello, semicircolare e grande, che il pubblico deve attraversare per entrare. Una volta passata la fessura nello schermo, un taglio alla Fontana, ci accoglie un parallelepipedo tutto nero al cui interno sono state ricavate sei stanze. Inizia qui il percorso della Società dello spettacolo. Il pubblico viene invitato a indossare delle cuffie, ascolta, assiste ad azioni, performance, cattura immagini proiettate su grandi schermi che ci permettono di seguire tutto ciò che accade nei luoghi attigui a quelli in cui ci troviamo. Seguendo i passaggi più illuminanti dell’opera di Guy Debord, padre del situazionismo e primo teorizzatore della società mediatica, Macchinamodulare ci fa entrare in un evento di teatro situazionista che scommette sulla fuga del tempo, abbatte la relazione mediatica di spettatore-spettacolo e coinvolge in un percorso di “partecipazione immediata ad un’abbondanza di passioni della vita”.

Immagini