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Udine | Teatro Zanon
15 marzo 2002 ore  21:00
16 marzo 2002 ore  21:00

Giochi di famiglia

Un circo crudele di bambini per raccontare la disperazione, il cinismo, l'indifferenza, l'opportunismo spietato, scritto da Biljana Srbljanovic e diretto da Elio De Capitani per il Teatro dell'Elfo.

locandina
anno
2002
testo
Biljana Srbljanovic
regia
uno spettacolo di Elio De Capitani
interpreti
Corinna Agustoni, Anna Coppola, Cristina Crippa, Elena Russo
scene/luci
luci Nando Frigerio
produzione
Teatro dell'Elfo / Theatridithalia

Molti ricordano il coraggio e lo stile diretto e senza enfasi coi quali -sulle pagine
di Repubblica- Biljana Srbljanovic raccontava da Belgrado i giorni dei bombardamenti Nato, la caduta di Milosevic, il faticoso districarsi della Serbi a dall'emergenza civile. Ma l'autrice del Diario da Belgrado non è solo una giornalista. Come lei stessa racconta, la sua attività preferita è la scrittura teatrale. Una passione che non ha mai abbandonato, e che l'ha portata, poco più che trentenne, a scrivere e vedere allestiti in molti paesi d'Europa i suoi testi. Pièce ossessionate dai fenomeni con cui ha dovuto fare i conti la sua generazione: l'emigrazione e la fuga. Lavori attraversati dalla violenza direttamente vissuta e da quella legata ancestralmente alla storia balcanica. In Giochi di famiglia, scritto nel '98, Srbljanovic contamina il realismo con l'allusività feroce e sacrificale del teatro. In una sconquassata periferia alcuni bambini giocano a fare i grandi e scontano
sulla propria pelle i riti della sottomissione e della violenza intima, secondo un copione che attraversa ambienti e classi sociali diverse, ma porta sempre a un esito fatale, a un tragicomico catalogo di rapporti familiari. Siamo Belgrado, ma potremmo essere in tante altre città, periferie o case d'Europa, o del mondo
globalizzato. «Un circo crudele di bambini -dice Elio De Capitani, regista dello spettacolo- per raccontare la disperazione, il cinismo, l'indifferenza, l'opportunismo spietato. E la terribile cecità di molti».

lo che voglio la libertà di opinione sono costretta a scrivere di un'unica cosa,
o meglio, contro un'unica cosa, contro la guerra, contro la violenza, contro l'odio nazionalistico. In questa vita, l'unica che posseggo, mi piacerebbe anche scrivere di qualcos'altro.

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