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Udine | Teatro Zanon
26 gennaio 2002 ore  21:00

I bambini della città di K.

Da un racconto della scrittrice ungherese Agota Kristof, la storia di due bambini. Storia senza nomi, per una guerra possibile in un paese qualunque, per un teatro di cartone, un teatro come prova.

locandina
anno
2002
testo
da un racconto di Agota Kristof
regia
Davide lodice
interpreti
Monica Angrisani e Tania Garribba
scene/luci
elementi scenici Massimo Staich
produzione
libera mente

Da un racconto della scrittrice ungherese Agota Kristof, la storia di due bambini. Storia senza nomi, per una guerra possibile in un paese qualunque, per un teatro di cartone, un teatro come prova. La guerra dei Bambini della città di K. non ha confini geografici, né limiti storici. L'odio e la violenza di cui si parla non sono legati a obiettivi militari o a spartizioni territoriali.
È una guerra vista dal buco della serratura, dall'ultimo campo non arato di una provincia sconosciuta al mondo. Le ferite non sono inferte da armi da fuoco e i nemici sono anche quelli senza divisa, gli abitanti di quello stesso paese in cui, ogni giorno, sempre più botteghe rimangono senza bottegaio. Un mattino la mamma sparirà dietro la collina e nuove regole guideranno l'esistenza dei due bambini protagonisti del racconto. La vita come esercizio di sopravvivenza. La resistenza dell'infanzia e della fantasia a un mondo adulto, con leggi spietate e incomprensibili. Non c'è giudizio, né pietà, né più amore, c'è solo la ricerca di un gesto necessario. Lo spettacolo diretto da Davide lodice fa parte di un progetto sulla narrazione teatrale in cui di volta in volta, uno, due, tre attori mettono a disposizione il proprio corpo e la propria voce per raccontare delle storie. Piccole storie inessenziali, punti di vista marginali o stravaganti, utopie infantili, incubi notturni, testimonianze. Delle valigie leggere e trasportabili.

Arriviamo dalla grande città. Abbiamo viaggiato tutta la notte. Siamo con nostra madre. Nostro padre è al fronte.
Non abbiamo niente da nascondere. Nelle valigie ci sono i nostri vestiti
e il dizionario che ci ha dato nostro padre. Andiamo a casa di nonna all'altro capo della città. Non ci resteremo a lungo. Perché ridi? Perché ridi? Perché ridi?

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