la sede css

Teatro Contatto 34

Teatro Palamostre, 6 febbraio ore 21
Stagione Teatro Contatto 34 / Tx2

COMPAGNIA STALKER_DANIELE ALBANESE
Digitale Purpurea I

ideazione Daniele Albanese
musiche originali dal vivo Patrizia Mattioli
disegno luci agito dal vivo Yannick de Sousa Mendes, Deborah Penzo
danza Daniele Albanese, Francesca Burzacchini, Elisa Dal Corso, Pietro Pireddu
residenze artistiche e sostegno Europa Teatri (Parma), AMAT & Comune di Pesaro, Spazio 84 (Parma), Fondazione Nazionale della Danza/AterBalletto
produzione Stalk 2014
durata: 35 minuti

In a Landscape
danza e drammaturgia Daniele Albanese
assistenza alla drammaturgia Loredana Scianna e Maurizio Soliani
musiche originali Maurizio Soliani
durata: 18 minuti

a seguire, ore 22.30

RITA MAFFEI
Il Treno_ episodi 2,3,4

con Gabriele Benedetti, Emanuele Carucci Viterbi, Paolo Fagiolo e con Irene Canali, Giuseppe Attanasio

La Compagnia STALKer di Daniele Albanese è protagonista  - sabato 6 febbraio, al Teatro Palamostre di Udine (inizio ore 21) -  del prossimo appuntamento della stagione del CSS Teatro Contatto 34/Tx2 e di una serata di danza contemporanea con sue due creazioni, Digitale Purpurea I e In a landscape.  Per la programmazione Tx2, lo spettacolo potrà essere visto in doppia serata (inizio ore 22.30, durata 60 minuti) in sequenza con Il treno (episodi 2,3,4), un site-specific di Rita Maffei per il progetto Viva Pasolini!

Daniele Albanese
è un danzatore e coreografo di formazione classica, contemporanea e Teatrale. Ha approfondito la sua formazione in Olanda all’EDDC di Arnhem dove ha studiato con artisti di rilievo della scena americana, come Steve Paxton, Lisa Kraus, Jennifer Lacey. Dal 1995 inizia a presentare propri spettacoli e danza con importanti coreografi daVirgilio Sieni, a Nigel Charnock e Karine Ponties. Nel 2002 fonda la compagnia di danza Stalker, per la quale crea spettacoli strettamente interconnessi con la ricerca sul corpo e il movimento allo scopo di indagare la danza come linguaggio.

La prime delle due creazioni che Compagnia Stalker presenta a Udine è Digitale Purpurea I,  un live concert/spettacolo pensato come progetto modulare che può variare formato e numero di interpreti a seconda del contesto. La digitale purpurea è un’erba, un fiore, un farmaco, anche un potente veleno. Diverse identità della Natura ispirano una danza sulla metamorfosi e l’energia, in uno spazio comune di grande potenza. Ideata da Daniele Albanese, che ne è anche interprete assieme a Francesca Burzacchini, Elisa Dal Corso, Pietro Pireddu, Digitale Purpurea I è la ricerca di una danza continua tra movimento, luci e suono, costante mutazione di dinamica e presenza. La danza progredisce attraverso uno studio del movimento sul piano della velocità, del tempo e nell’incontro con la musica, eseguita dal vivo da Patrizia Mattioli, e con le luci agite dal vivo da Yannick de Sousa Mendes e Deborah Penzo.

A seguire, dopo breve intervallo, sarà presentato In a Landscape, coreografia, danza e drammaturgia di Daniele Albanese, assistenza alla drammaturgia di Loredana Scianna e Maurizio Soliani, musiche originali di Maurizio Soliani.

In a Landscape viene concepito inizialmente come spettacolo per una situazione urbana e diventa ben presto un assolo che evolve negli anni seguendo gli sviluppi della ricerca della compagnia ed entra a teatro.

Si definisce attraverso una particolare struttura e organizzazione di spazio, movimento e suono e nella lettura geometrica del luogo dove si svolge. Al centro dell’interesse coreografico di Albanese eventi e meccanismi del vivere quotidiano e urbano che provocano cambiamenti e alterazioni, meccanismi motore di cambiamenti e di dinamiche sonore e fisiche. Fra questi, un indagine sulla tendenza al territorialismo, così come teorizzato anche da Stefano levi Della Torre in “Zone di turbolenza”. "I Lupi, le api, i leoni, gli uomini, le formiche, gli scimpanzé  - spiega lo studioso - conquistano e delimitano i loro territori, ne cacciano gli intrusi o li uccidono: il territorialismo è un'attitudine animale, e forse persino vegetale. Ogni identità individuale o collettiva, anche la più spirituale, poggia su questa pulsione elementare, su questo bisogno di territorio e di confini che escludono”.