Cervignano | Teatro Pasolini
March 14, 1999 ore  21:00

Ciccio Concerto

Ciccio Concerto

CREDITS
year
1999
text
Roberto Del Gaudio
cast
Roberto Del Gaudio (voce), Vittorio Ricciardi flauto), Francesco Solombrino (violino), Dario Vannini (chitarra), Federico Odling (violoncello)
music
Federico Odling
production
I virtuosi di San Martino

Non è facile imprigionare in un’etichetta il teatro e la musica dei Virtuosi di San Martino, la formazione partenopea che molti teatri italiani hanno già accolto come una piccola preziosa rivelazione. La loro ultima creazione è “Ciccio Concerto”, uno spettacolo sfuggente e indefinibile se non come un insieme di più suggestioni, divertissement colto e avanspettacolo napoletano, oppure curioso happening di memoria futurista. Cresciuti in seno al teatro d’avanguardia, alcuni maturando esperienze con Carlo Cecchi, Cabaret Voltaire, Andrée Ruth Shammah, i cinque “Virtuosi”, Roberto De Gaudio (cantante-attore), Federico Odling (compositore-violoncellista), Francesco Solombrino (violinista) e Dario Vannini (chitarrista), Vittorio Ricciardi flautista) definiscono a poco a poco un loro personale percorso che muove dalla tradizione dell’avanspettacolo napoletano per poi divertirsi a confondere le acque immergendosi nella sperimentazione. Il rigore “crudele” della ricerca si incontra così con una chiara vocazione popolare), mescolando freneticamente il “colto” e il “leggero” per denunciare la loro distinzione come (ormai) un luogo comune. Protagonista - feticcio già dei tre spettacoli precedenti, Ciccio è diventato per i Virtuosi il simbolo dell’obesità mentale, quella che non digerisce ma assimila pur continuando a divorare tutto, da Gozzano a Laforgue, da Leopardi agli Squallor, da “Bella ciao” alla “Marsigliese”, in un caleidoscopico passaggio e incrocio di toni e generi musicali, di lingue e di personaggi. E nel nome di Ciccio, Roberto Del Gaudio, prorompente primattore - cantante spara battute a raffica, senza timore di fare il verso a mostri sacri della tradizione, da Eduardo a Totò, da Buscaglione Peppe Barra, e anche a Carmelo Bene, Gassmann, Paolo Poli. Con una comicità immediata che colpisce però al cuore e al cervello, Del Gaudio usa a pretesto le vicende di Ciccio Formaggio, di Luisa e il terzo incomodo, i loro tradimenti, gli amori, le piccole tristezze, lo squallido gioco dei doppi sensi, per scandire tutte le tappe di un irresistibile viaggio musicale.
I Virtuosi di San Martino si sbizzarriscono accompagnandolo in un continuo rimando di “incontri impossibili”: Schoenberg e il liscio romagnolo, la rumba e Stravinski, i Beatles e Rossini, Kurt Weill e la musica “mariachi”. Dietro l’angolo, accanto al piacere del gioco e al sacro cospetto degli spettatori, i Virtuosi prendono di mira la balbuzie e l’incertezza creativa della nostra epoca, in un gioco estremo e tragicomico finalizzato all’estraniamento e alla denuncia.