Udine | Teatro S. Giorgio
dal 27 febbraio al 4 marzo, ore 19 e ore 21

Buchettino

Buchettino

Fate presto, piccini. A letto, a letto. Vi racconto una fiaba. Lo dicevano le nonne per addormentare i bambini. Lo fa anche la Socìetas Raffaello Sanzio che rivolge il suo invito anche agli adulti.

CREDITS
year
2003
text
Charles Perrault
adattamento Claudia Castellucci
directed by
Chiara Guidi
cast
narratrice Monica Demuru
additional details
scene e ambientazione sonora Romeo Castellucci
rumori dal vivo Carmen Castellucci, Federico Lepri
regia sonora Marco Rigamoti
production
Socìetas Raffaello Sanzio
in collaborazione con il Teatro Bonci di Cesena

Fate presto, piccini. A letto, a letto. Vi racconto una fiaba. Lo dicevano le nonne per addormentare i bambini. Lo fa anche la Socìetas Raffaello Sanzio – uno dei gruppi più particolari e innovativi della scena italiana e internazionale – che rivolge il suo invito anche agli adulti. Ogni sera, nel teatro San Giorgio completamente trasformato, le porte di una casina delle fiabe si apriranno per trenta spettatori. Li accoglierà una grande stanza tutta di legno, e il legno scricchiolerà anche sotto i loro piedi. Illuminati da una sola lampadina, trenta lettini li attenderanno, assieme a trenta lenzuola, trenta coperte, trenta cuscini. A letto, a letto, sotto le coperte! Seduta sul suo sgabello la Narratrice li solleciterà. Chiudete gli occhi. Bisogna solo ascoltare. Protetti e disposti ad allentare le proprie difese, gli spettatori ascolteranno la fiaba di Buchettino, quella scritta da Charles Perrault, che la tradizione italiana aveva ribattezzato Pollicino. Come una cassa di risonanza, la stanza restituirà le tracce sonore di tutto ciò che accade a Buchettino: in casa, nel bosco, tra le mani dell'orco. Da ogni parte si alzerà una tempesta di suoni e di rumori. La storia travolgerà chi ascolta nel buio dello smarrimento e delle paure. Bisognerà stringersi sotto le coperte. Ma ci sarà la voce della Narratrice a consolare e a rassicurare, come si fa con i bambini, che le fiabe (magari anche la vita) hanno sempre un finale lieto.

Coricarsi e chiudere gli occhi è uno dei modi migliori per ascoltare una favola. Le favole sono vicine al sonno, non solo perché da bambini le ascoltavamo prima di dormire, ma perché esse ci aiutano ad allentare la presa sulla vita. Si ritorna alle origini e si può decidere di sospendere la propria esistenza. Il sonno è una posizione del corpo, ma anche della coscienza. Ricreare la pre-condizione del sonno significa fare del teatro un luogo di decubito, dove ognuno, semplicemente, sta presso di sé, nel suo letto. In quel momento, in un raggio di luce appena visibile che isola la persona, ma la mette anche in una condizione comune, la voce della Narratrice comincia il suo racconto.

A partire dal 1990, sulla scia delle rappresentazioni legate ai temi del mito e a un'esperienza sullo sguardo, la Socìetas Raffaello Sanzio ha progettato la fondazione di un teatro infantile, cui sono seguite rappresentazioni rivolte ai bambini, ma di speciale interesse anche per gli adulti. Esemplari in questo senso sono state Le favole di Esopo, su una superficie di oltre 3000 mq, con trecento animali vivi, Hansel e Gretel, con il suo gigantesco labirinto di gallerie e cunicoli, Le fatiche di Ercole, collocate tra templi e caverne, e infine Buchettino. Nel 1995, Chiara Guidi, componente storica della Raffaello Sanzio, ha fondato anche la Scuola sperimentale di Teatro Infantile.

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