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Udine | Teatro Zanon
February 15, 2003 ore  21:00

Alcesti

Alcesti

Dai versi con cui Rilke diede nuova vita alla vicenda di Alcesti e Admeto, nasce il più recente spettacolo della Compagnia di danza formata da Michele Abbondanza e Antonella Bertoni.

CREDITS
year
2003
text
Michele Abbondanza e Antonella Bertoni
da Euripide e Rilke
cast
Michele Abbondanza, Antonella Bertoni, Elisa Cuppini
set & lighting design
Lucio Diana
music
ricerca musicale Mauro Casappa
production
Compagnia Abbondanza Bertoni

Nel giorno delle nozze una sposa offre la sua vita in cambio di quella del marito, e muore. Dai versi con cui Rainer Maria Rilke diede nuova vita alla vicenda di Alcesti e Admeto, i due sfortunati sposi della tragedia di Euripide, nasce il più recente spettacolo della Compagnia di danza formata da Michele Abbondanza e Antonella Bertoni. Il tema del sacrificio per amore è il cuore di questa coreografia, che si aggiunge alle molte creazioni in cui la coppia ha sperimentato il proprio stile, spesso ironico, a volte narrativo, giocato su immagini svagatamente autobiografiche (Romanzo d'infanzia), oppure motivi musicali (Mozart Hotel) e invenzioni da circo (Spartacus). Approfittando di un'esperienza di coppia che dura oramai da quindici anni, i due coreografi-interpreti tessono ora un canto alla durata, intesa come ciò che dà un contorno a quanto ha tendenza a dissolversi. Nascita, unione, morte: per Abbondanza e Bertoni non sono solo conseguenze l'una dell'altra, ma passaggi fondamentali dell'esistere. In Alcesti i tessuti, come una garza, avvolgono una scena ferita. L'aria si anima e si sposta in blocchi. L'uomo e la donna sono figure di turbine nella composizione del rito. Il bisogno di dare affetto, sembra dire la coreografia, fa parte delle esigenze fondamentali dell'essere umano, assieme al nutrimento e al sonno. Amare è necessario. Ma quanto ognuno di noi è disposto a sacrificare veramente a questa necessità?

… E chi venne fu lei
esile forse più di prima
e lieve e mesta nella sua veste nuziale.
Admeto attende ma ella
non a lui si volge,
parla al dio che la comprende
e tutti la comprendono nel dio.
"Nessuno è a lui compenso.
Io solamente. Io lo sono.
Poiché nessuno è alfine come me,
… prendimi dunque, prendimi per lui…"
Rainer Maria Rilke

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