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Canto per Falluja, evento conclusivo di vicino/lontano domenica 18 maggio

18 maggio 2008, ore 21
Udine, Auditorium Zanon
vicino/lontano - Premio Terzani
anteprima assoluta


Canto per Falluja
di Francesco Niccolini
adattamento e regia Rita Maffei
con Roberta Biagiarelli, Paolo Fagiolo e Adriana Vasques
scene Luigina Tusini / suono Stefano Revelant
assistente alla regia Erika Antonelli / cura tecnica Elvis Graffi
una produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG
e Associazione Un ponte per...

Raccontare la storia di Falluja, tutto in una notte. Una notte disgraziata, in cui si ritrovano faccia a faccia un marine americano sfuggito ad un’imboscata e una donna irachena superstite in una città martoriata, da mesi sotto assedio. Canto per Falluja, lo spettacolo che racconta quella notte, ma inoltrandosi nelle tenebre di un intero Paese, l’Iraq, in guerra da trent’anni, è stato l’evento che ha concluso la quarta edizione di vicino/lontano. Un’anteprima assoluta - quella di domenica 18 maggio, all'Auditorium Zanon, a partire dalle ore 21 per questo spettacolo coprodotto dal CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e dall’Associazione Un ponte per..., diretto dalla regista Rita Maffei,  e che nasce per tenace volontà di Simona Torretta, la cooperante rapita a Bagdad nel 2005. Dopo la sua liberazione la Torretta ha infatti continuato a impegnarsi come prima di quella terribile esprienza in missioni di aiuto rivolte alla popolazione irachena e al contempo per sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale su questa estenuante guerra che pare non avere fine. Proprio con quest’ultimo obiettivo, la Torretta ha invitato Francesco Niccolini - uno dei più sensibili autori di un teatro civile e di memoria storica al servizio di interpreti come Marco Paolini, Roberto Citran, Giuseppe Cederna - a scrivere un testo teatrale che potesse raccontare quella guerra ripercorrendo in particolare quanto accaduto a Falluja, città a 55 km a Ovest di Bagdad, dal 2004 sottoposta per molti mesi ad un assedio da parte delle forze della Coalizione e più volte bombardata, anche con l’impiego di armi non convenzionali come le bombe al fosforo, seminando migliaia di vittime fra i civili.
Sulla base di studi, ricerche e incontri con i sopravvissuti nei campi profughi in Giordania, dove l’autore si è recato un anno fa accompagnato dalla stessa Torretta, Niccolini racconta nel suo Canto per Falluja la vicenda della città irachena attraverso il disgraziato incontro tra un marine e una madre irachena  - interpretati dagli attori Paolo Fagiolo e Roberta Bigiarelli, assieme ad Adriana Vasques nella parte di un Angelo creatura da leggenda popolare -, personaggi di una tragedia contemporanea in cui la cronaca degli ultimi trent’anni di guerre, dittature, violenze, assedi, bombardamenti e attentati, si intreccia con il mito e la poesia, con ascendenze che echeggiano il poema indiano Mahabharata  ma anche le pagine insanguinate del Macbeth di Shakespeare.
“Me la sono studiata per più di un anno – ricostruisce Niccolini -  la guerra in Iraq. Ho letto, viaggiato, intervistato con una guida eccezionale, come Simona Torretta, e alla fine ho rinunciato a raccontarne la 'grande' storia: Fallujah è peggio di Rashomon, ognuno ha la sua versione e nessuna coincide con un'altra. Allora mille volte meglio sposare l'incerta versione di una donna cieca sommersa dall'altrui cecità: cieco l'imperatore del mondo che la guerra scatenò, cieco il sanguinario tiranno da cui molto di tutto ciò ebbe inizio. Ciechi i generali, ciechi i soldati, i terroristi, i resistenti e i guerrieri. Accecata la stampa, comprata, imbavagliata oppure sterminata. Cecità virale e maledetta, in cui il mondo intero - come in una tragedia shakespeariana – il mondo è avvolto».

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