Cervignano | Teatro Pasolini
February 4, 2016

Primo

tecniche utilizzate: teatro d’attore
durata: 75 minuti

“Si immagini ora un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengano tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quanto possiede: sarà un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, poiché accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso... “

Il racconto di questo spettacolo inizia il 13 dicembre 1943, quando Primo Levi è arrestato dalla milizia fascista e in seguito deportato nel campo Buna-Monowitz, vicino ad Auschwitz, dove sopravvive fino alla liberazione, avvenuta il 27 gennaio 1945. La terribile realtà della sua testimonianza, evitando toni pietistici o patetici, viene rappresentata con i colori dello stupore, della semplicità e, per quanto questo sia assurdo, della leggerezza. è il mezzo scelto da Jacob Olesen per “contagiare” emotivamente lo spettatore con quella vergogna “che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui”.

Primo
vuole raccontare soprattutto al pubblico delle nuove generazioni l’esperienza di Levi e dei suoi compagni scomparsi. E lo fa nel modo più immediato e più amplificato, quasi facendola rivivere, accostando il racconto delle atrocità a momenti ed episodi di vita quotidiana, di distensione, di sogno, cercando di conservare sempre la carica umana dei personaggi, anche quando annientati dalla violenza e consumati dal conflitto al quale cercavano di sopravvivere. (da “Se questo è un uomo” di Primo Levi)

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