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Prove d'autore

Irresistibili sketch scritti da Harold Pinter negli anni ’50, nell’interpretazione di Giorgio Monte, Manuel Buttus e Marcela Serli

CREDITS
year
2009
text
Harold Pinter
traduzione Alessandra Serra
cast
a cura di Marcela Serli, Giorgio Monte, Manuel Buttus
e la partecipazione di Elio De Capitani
production
CSS Teatro stabile di innovazione del FVG

24-29 novembre, ore 21.00 / 21.45 / 22.30
Udine, Teatro S. Giorgio - camerini
LIVING THINGS - HAROLD PINTER: Pinter’s Shorts
durata 30 minuti

Offerta speciale
a cura e con Marcela Serli
Guai in fabbrica
a cura e con Giorgio Monte e Manuel Buttus
L'ultimo ad andarsene
a cura e con Giorgio Monte e Manuel Buttus
Conferenza stampa
a cura e con Marcela Serli e la partecipazione di Elio De Capitani

Prove d’autore. Figurine incontrate per strada, gente qualunque, con i loro tic, le loro idiosincrasie. Una tavolozza di caratteri e situazioni per Pinter che mette a punto il proprio talento d'autore. Scritti alla fine degli anni '50, esercizi iniziali di una carriera, gli sketch riemergeranno con una diversa impronta, vent’anni dopo, per marcare il Pinter politico e civile.

note di regia
Due sketch. Divertenti.
Il primo dal ritmo serrato. Guai in fabbrica: l’improbabile colloquio tra un imprenditore e il rappresentante degli operai - soddisfatti e pasciuti - della sua fabbrica. Una fabbrica dove si producono straordinari oggetti che rimandano all’oggettistica sessuale.
Il secondo, L’ultimo ad andarsene, ricco di pause: le pause ne determinano la comicità. E sembra di vedere l’autore seduto ad un bar, mentre ascolta il dialogo tra un barista e un venditore di giornali.
Giorgio Monte e Manuel Buttus su Guai in fabbrica e L'ultimo ad andarsene

Elio mi fa: “Ma quale ministro, in una conferenza, direbbe mai a proposito dei figli di sovversivi: 
 - Li prelevavamo e cercavamo di educarli come si deve o se no li uccidevamo.
Ecco, noi abbiamo lavorato per rendere “possibile” (più che credibile!) tale
affermazione. Abbiamo tentato di far sì che un personaggio, molto delineato teatralmente (delineato dalle sue stesse parole), al limite con il grottesco, si mostri “vero” agli occhi di chi (come il personaggio che interpreto io) lo subisce.

Io, che sono argentina, per la mia laurea ho fatto una tesi su come gli autori di teatro hanno reagito alla dittatura e ai dittatori. E credo che sia vero, nessun ministro o capo dei servizi segreti direbbe mai una cosa del genere in pubblico. Direbbe altro per dire quello. Tuttavia…
Questo piccolo dialogo tragicomico è sfrontato.  Dice il male. Non lo nasconde. Lo mostra. È assurdo, reale, ridicolo, verosimile, inverosimile, completamente disparato, possibile e impossibile, proprio come molte dichiarazioni di uomini politici di questi nostri tempi.
Marcela Serli su Conferenza stampa

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