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Udine | Teatro Palamostre
November 7, 1995
November 10, 1995

Maudie e Jane

Judith Malina, madre del Living Theatre, per la prima volta impegnata in un progetto teatrale italiano.

CREDITS
year
1996
text
Luciano Nattino
liberamente ispirato a Il Diario di Jane Somers di Doris Lessing
directed by
Luciano Nattino
cast
Judith Malina e Lorena Zambon
set & lighting design
impianto scenico Maurizio Agostinetto
luci Rocco Colaianna e Adriano Salvi
production
Alfieri Società Teatrale

Un romanzo sconvolgente per uno spettacolo che ne traduce - pur sviluppando un autonomo percorso linguistico - angosce e sentimenti, commozioni e crudezze. L'azione scenica indaga sul rapporto difficile - ma necessario - tra Jane, elegante giornalista di successo, e Maudie, piccola e anziana signora, intrappolata in una condizione al limite della sopravvivenza. Dal loro casuale incontro nasce una singolare amicizia dove le manie e le abitudini di Maudie, i ricordi, i suoi buffi comportamenti, la solitudine e le paure disegnano per Jane un mondo assolutamente nuovo, disordinato e dolente. Esplorarlo fino ai suoi estremi confini, fino alla morte di Maudie, costituirà l'occasione per Jane di un profondo cambiamento esistenziale e morale. Non c'è pietismo nell'azione di Jane, non c'è spazio in lei per i buoni sentimenti, c'è una forte tensione che la porta anche allo scontro con Maudie, allo scontro con se stessa. Le azioni sono riferite ai più quotidiani bisogni pratici, e anche corporali, dell'anziana Maudie cui fanno da contrappunto quelli di Jane. Due mondi a confronto, quindi. Due corpi a confronto che troveranno una propria simbiosi. Al realismo di alcune scene si oppongono il testo mentale, le irruzioni dell'inconscio, le discordanze, i pensieri nascosti con cui Jane porta la sua riflessione e il suo urlo interiore sugli interrogativi più inquietanti della vita. Non tutto però, è detto. Non tutto è spiegato. La struttura narrativa non è lineare, il tempo scorre avanti e indietro, telescopico. Le discordanze sono semplici relitti galleggianti delle due vite.

È una storia bellissima e semplice di incontro e di simbiosi tra generazioni lontane tra loro, e le due attrici gareggiano in accattivante bravura, in comunione di intenti, a dare a questa moralità uno spessore umano di convinzione e una naturalezza espressiva che accompagna il processo di maturazione e di conoscenza dell'altra in atto nella giovane e già recalcitrante professionista Jane. La Malina estrinseca la sua portentosa espressività mimica e la Zambon elabora con finezza il suo processo psicologico di conversione. Nattino guida entrambe a una sciolta e arguta dialettica.

Odoardo Bertani, Avvenire

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