Cervignano | Teatro Pasolini
31 ottobre 2000 ore  21:00

Tutto per bene

locandina
anno
2000
testo
Luigi Pirandello
regia
Pino Micol
interpreti
Pino Micol
scene/luci
scene e costumi Carlo De Marino
musiche
Stefano Marcucci
produzione
La Contemporanea 83

E’ ardua impresa scrivere " qualcosa" su un testo pirandelliano per cercare di illustrare in poche parole ciò che si è letto, si è individuato o anche solo capito al di là delie semplice ma non mai semplice trama, storia, fattaccio in generale che è alla base delle avventure umane dall‘autore prese in serio e tormentato esame. Quando si è certi di essere diventati padroni dei movimenti infiniti che agitano un qualunque testo di Pirandello o, giacché ci siamo, che rendono inafferrabile questo Tutto per bene di cui ci occupiamo, ecco che il sorriso o il ghigno dell'autore ci avvertono che ancora una volta siamo stati beffati e che quello che avevamo intuito è sì vero, ma fino a un certo punto perché poi ci sono i risvolti sempre plausibili, i contrari che diventano di colpo evidenti, le secondarie intenzioni che si palesano come principali.
Non mi sono scoraggiato perché i tanti anni di mestiere mettono sull'avviso a proposito del nostro siciliano di Bonn, ma certo è da riconoscere che i viaggi all'interno della psiche pirandelliana ci fanno capire che la sua stessa aria è respirato da Freud e che le sue storie cosi impregnate della materia di cui son fatti i sogni non possono essere viste e affrontare in senso univoco ma carezzate, aggirate, conquistate per cercare di provocare in loro lo crepa, il lapsus che riveli un attimo di illuminazione, l'ammiccamento che ti permette di proseguire nel lavoro di seduzione e di conquista.
Duro capirsi da vivi, pare dire il nostro; se poi nel dialogo si inseriscono anche i morti in un rapporto per giunta di lungo unn03a dipendenza, si rischia di offuscare in se stesso e presso gli altri il senso della recitò in un rapporto che vede il rifugio nella pazzia come la corsia preferenziale da imboccare se si vuole continuare a vivere.
Quello che proprio non riesco a considerare fondamentale in "Tutto per bene", nonostante l'apparente evidenza, è la storia di italiche corna che pare muovere l'intera vicenda; se le corna sono tradimento fisico, storie di sesso, di coniugi ridicolizzati, di orgogli maschili mortificati, le corna qui non c'entrano.
Quando ad essere tradita è l'anima, la profonda dignità, la fiducia nell'amicizia anche coniugale, il sentimento casto e severo della virilità della propria vita, chi tradisce non cornifica ma commette omicidio e chi, nonostante l'omicidio ama, aiuta, stima, protegge l’assassino per comodità, interesse, attaccamento alla materialità della vita è complice nel delitto alla pari del suo autore.
Martino Lori compie il lungo percorso della scoperta dolorosa e assolve la moglie morta, ma di semplici corna per passione, per debolezza di “donna" come lui stesso dice e rifiuta di assolvere Manfroni: la "figlia non figlia" perché omicidi, non lavati e purificati dal trasporto amoroso che può giustificare e condurre alla comprensione e al perdono. La pazzia di Enrico IV forse gli permetterà la sopravvivenza fisica, ma chi cullerà la sua anima lacerata dai ricordi e dalla necessità della finzione?
Pino Micol

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