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Udine | Teatro S. Giorgio
9 gennaio 1998
10 gennaio 1998

Shakespea re di Napoli

Shakespeare parla napoletano. Magari un napoletano che suona come una fantasiosa lingua neobarocca, sotto il cielo di una notte di plenilunio.

locandina
anno
1998
testo
scritto e diretto da Ruggero Cappuccio
interpreti
Ciro Damiano e Claudio Di Palma
produzione
Compagnia Teatro Segreto

Shakespeare parla napoletano. Magari un napoletano che suona come una fantasiosa lingua neobarocca, sotto il cielo di una notte di plenilunio. Shakespea Re di Napoli è un bisticcio, un gioco di memorie di fatti ambigui, forse mai avvenuti, ma che assomigliano al vero. Napoli, XVII secolo. Al riparo di una riviera del Golfo di Napoli, scampato di fresco ad una tempesta, Desiderio, ragazzo aggraziato, bisbiglia sognante a Zoroastro, popolano verace, il ricordo di una festa di carnevale di anni addietro: è allora che fra canti e danze, avrebbe conosciuto il grande Bardo, che gli sarebbe apparso  nei panni, mascherati, del Viceré di Napoli. Un incontro denso di sviluppi: Shakespeare vorrà Desiderio con sé, in Inghilterra per farlo diventare l’interprete dei ruoli congeniali a “un guaglione ca de masculo e de femmena la faccia tenesse”. Li separerà più tardi la paura della peste, arrivata Oltremanica, ma soprattutto la nostalgia di Desiderio per il suo Mediterraneo. Il ritmo e la musicalità del teatro di Ruggero Cappuccio (oggi il più interessante talento del nuovo teatro partenopeo), in una magica sospensione fra veglia e sogno e grazie ad una fantasiosa lingua neobarocca, realizzano miracolosamente una visionaria equazione con la lirica di Shakespeare che ritorna sulla scena con una nuova, inattesa potenza espressiva. "In molti - spiega Cappuccio, che della pièce è anche regista per la sua Compagnia Teatro Segreto - hanno teorizzato interno all'origine ispirativa dei 154 Sonetti di Shakespeare. Da un'attenta lettura dei versi si deduce che il giovane amico "... dai profondi occhi sognanti" per il quale Shakespare innalzava il suo canto struggente, doveva essere una persona in grado di rappresentare un fattore vitale per l'evoluzione dell'arte drammaturgica del grande William.  In Shakespea Re di Napoli il mistero dei Sonnets si addensa in una storia in cui le antiche suggestioni legate a Willie Huges e l'attore fanciullo del teatro elisabettiano, sfociano in un racconto che nella fantasia e nella forza immaginativa pone radici per una pura in intuizione poetica sulla natura dei Sonetti."

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