Lucy/gli orsi

Fabrizio Pallara

“Tutt’a un tratto lo sento arrivare contro la mia schiena. E aspettare, anche lui, dietro di me, per attraversare. Non mi volto, non devo spaventarlo. Non devo farlo andare in frantumi, chiunque sia, fermo contro la mia schiena come la corazza morbida di un enorme cappotto, splendente di calore come il cofano di un trattore. Non dice niente. Non sospira neanche. È immenso se lo paragono a me, e bianco, sicuramente. Molto alto, e molto bianco. Una fessura nella colata delle macchine. Io allungo il piede sopra la strada azzurrognola, lui mi segue.
Quella sua camminata sciolta, agile e sicura. Io attraverso l’autostrada, lui mi segue, non ho bisogno di voltarmi a controllare: è caduto dal cielo per non lasciarmi mai più.”
da Lucy/gli orsi di Karin Serres traduzione Federica Iacobelli e Claire Uzenat
Edizioni Primavera

Lucy Wing è la protagonista di questa storia familiare, ambientata dentro e intorno alla sua casa, dove vive con il padre Ian e la sorella maggiore Elinor.
Ha undici anni, un’età di confine, e sta per attraversare il complesso passaggio verso l’adolescenza. In lei convivono aspetti contrastanti: lo stupore e la capacità immaginativa dell’infanzia si scontrano con una consapevolezza razionale che la avvicina ad un’età più adulta.
Lucy vede ciò che gli altri non vedono: orsi bianchi trasparenti, che gradualmente invadono la cittadina canadese in cui abita. È l’unica testimone di un’invasione sorprendente che rappresenta un fatto intimo e insieme collettivo.
Sequenze liriche e ironiche si alternano in questo testo dell’autrice francese Karin Serres, delineando la contrapposizione, ben evidente già all’interno della famiglia Wing, tra chi crede alle visioni di Lucy e chi no. A sottolineare due modi contrapposti di affrontare il dolore e di resistere alle difficoltà.