Cime tempestose

Martina Badiluzzi

locandina
anno
2024
testo
regia e drammaturgia Martina Badiluzzi
dramaturg Giorgia Buttarazzi
interpreti
Arianna Pozzoli e Loris De Luna
scene/luci
luci Fabrizio Cicero
musiche
Samuele Cestola
produzione
Cranpi, CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini, Romaeuropa Festival

Cime tempestose è un lavoro che vuole essere un omaggio al potere catartico della letteratura, alla magia dell’arte e del teatro. Una ricerca di poesia e sentimenti espansi, di quelle emozioni radicali che appartengono alla giovinezza e alla scena. Una storia familiare che già di per sé è un’opera d’arte e che si dipana attorno a una casa che viene chiamata Cime tempestose; altrettanto viva e conturbante la brughiera, una natura potente che è frontiera tra il focolare e la civiltà.

Catherine e Heathcliff, protagonisti del celebre romanzo di Emily Brontë a cui si ispira lo spettacolo, sono gli eroi tragici del contemporaneo, il mito fondativo della nostra società, il racconto del profondo fraintendimento tra femminile e maschile, tra natura e civiltà.
Coprotagonista di questa storia è il paesaggio, quella brughiera da cui i protagonisti tentano di evadere ma alla quale sempre torneranno; la natura contraltare di una società che in fondo ciascuno di noi rifiuta ma con la quale deve venire a patti.

“Sono scrittrici come Emily Brontë ad aver cambiato la nostra storia. È nella letteratura di queste donne che si è formato l’immaginario di generazioni di ragazze ed espresso il ribollire dei desideri di emancipazione che ha riscritto il destino delle donne e degli uomini. Sulle pagine di questi libri abbiamo sviluppato il nostro pensiero critico e a queste storie, scritte da donne in tempi in cui non era permesso loro scrivere, che desideriamo tornare ora che siamo adulte.
Cime tempestose è pensato per essere uno spettacolo fondato sul dialogo, uno spazio dove il dialogo è prima che esterno ed esteriore, interno e profondamente in contraddizione. Ciascuno di noi contiene Heathcliff e Catherine, sono le voci, i personaggi che animano l’inconscio di ognuno di noi.
La scena è immaginata come una natura morta o un diorama ma allo stesso tempo un luogo mutevole. La struttura dello spettacolo cercherà di restituire la scansione in capitoli del romanzo, quinte, un sipario a ghigliottina e quadrature nere, “il buio” a scandire il tempo del racconto e del sogno allucinato».
Martina Badiluzzi