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Alan e il mare

La storia di Alan Kurdi, il piccolo profugo siriano annegato a settembre 2015 sulla spiaggia di Bodrum è una storia quasi indicibile, dolorosissima. Proveremo comunque a  raccontarla ai suoi coetanei più fortunati, non solo attraverso i fatti, le testimonianze e il ricordo del padre, ma anche aprendo un varco al sogno, a una sua vita ancora possibile, immaginata in un domani che non è stato. Alan che diventa fratello delle alghe, dei coralli, un bambino-pesce ci impedirà di dimenticarci degli altri  - troppi - bambini ancora in fuga dai loro Paesi.

dagli 8 anni e per tutti

locandina
anno
2017
testo
testo e regia Giuliano Scarpinato
assistente alla drammaturgia Gioia Salvatori
interpreti
Federico Brugnone, Michele Degirolamo
in video Elena Aimone
scene/luci
scene Diana Ciufo
luci Danilo Facco
e...
videoproiezioni Daniele Salaris
movimenti scenici Gaia Clotilde Chernetich
costumi Giuliano Scarpinato
progetto grafico Rooy Charlie Lana
produzione
CSS Teatro stabile di innovazione del FVG / Accademia Perduta Romagna Teatri



Alan e suo padre Abdullah lasciano una notte il loro paese, in Siria, dove la guerra sta portando via le scuole, le case, gli alberi; salgono su una barchetta sgangherata e colma d’anime, per arrivare molto lontano. Ma quella notte una grande onda rovescia la barchetta, come fosse di carta: Alan scivola via dalle braccia forti di suo padre, cade giù dentro il mare profondo. Lì diventa fratello delle alghe, dei coralli, dell’anemone colorato: un bambino - pesce, che da quel momento appartiene all’acqua, per sempre.
Da quel giorno, Abdullah torna sempre alla stessa ora davanti al mare che ha preso Alan, per portargli i fiori più belli. Prega per il suo bimbo, prega forte: e così un mattino, all’alba, Alan lo sente, ed esce fuori dalle onde per abbracciare il babbo. Solo per pochi minuti però: quando il mare scandisce il suo rintocco, Alan deve tornare indietro. Così il giorno dopo, e poi ancora l’altro; ma ad Abdullah non bastano pochi minuti, non vuole vivere senza il suo bambino. Decide di andare da lui, entrare nel mare; Alan lo prende per mano e lo guida nella sua nuova casa. Lì, ancora una volta, Abdullah potrà restare solo per poco tempo; lui non appartiene al mare, ma alla terra, ed è là, gli sussurra all’orecchio il suo bimbo speciale, che dovrà continuare a vivere ed essere felice.

Raccontare l’indicibile: la storia del piccolo profugo siriano Alan Kurdi

La storia di Alan Kurdi, il piccolo profugo siriano annegato a settembre 2015 sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia, ha costituito un momento di svolta nella nostra percezione, ormai da tempo “anestetizzata”, della drammatica epopea vissuta negli ultimi anni dai milioni di uomini, donne e bambini fuggiti dai propri paesi (Siria, Iraq, Afghanistan) per approdare in Europa. L’immagine di Alan, potente e ineludibile, è un punto di non ritorno. Lo è stata per Nilufer Demir, la fotoreporter che ha scattato la foto-simbolo (“Ero pietrificata. L’unica cosa che potevo fare era fare in modo che il suo grido fosse sentito da tutti”, ha dichiarato); lo è stata, oltre ogni misura di umana sofferenza, per il padre Abdullah al - Kurdi, che insieme al figlio più piccolo ha visto morire sotto i propri occhi il fratellino Galip e la moglie Rehan.

Nel momento stesso in cui quell’immagine si imponeva ai miei occhi e alla mia coscienza, per mezzo di un telegiornale in primissima serata, una domanda iniziava ad assillarmi: come raccontare tutto ciò a dei bambini, magari poco più grandi di quello annegato sulla costa di Bodrum? Come spiegare l’assurdo spezzarsi di una vita così acerba? Come dire l’indicibile?

Da qualche anno mi occupo di far ricerca nel delicato ambito del teatro ragazzi, con il precipuo intento di portare all’attenzione dei più giovani temi difficili, complessi, che sfuggono a soluzioni semplici e necessariamente edificanti. Ho un’opinione molto alta e nobile dei miei piccoli spettatori, da sempre capaci di sorprendermi con la loro sensibilità ed intelligenza.

Credo sia profondamente necessario trovare un modo di raccontar loro l’odissea, spesso dagli esiti drammatici, dei loro coetanei costretti alla fuga dai propri paesi di appartenenza. Ecco perché, nonostante la dolorosa vicinanza temporale con quanto è accaduto, vorrei provare a raccontare in teatro la storia di Alan.

Un racconto teatrale che mi piacerebbe condurre attraverso due punti di vista : quello di Abdullah al  Kurdi, il padre del bambino, e quello, immaginato, proiettato in un domani che non è stato, di Alan stesso.

Modalità di realizzazione: parole, racconto, immagini 

Impossibile prescindere, per raccontare una storia così drammaticamente recente, dalle testimonianze reali dei suoi protagonisti. I racconti di Abdullah Kurdi e Nilufer Demir costituiranno una preziosa risorsa, insieme ad un’ulteriore quantità di altri, incredibili racconti di giovanissimi profughi sopravvissuti, a differenza di Alan, alle proprie personali odissee, o dei loro familiari. La veridicità della narrazione risulta imprescindibile in un lavoro che, come questo, vuole anche essere un tributo alla storia di persone realmente esistite.

Ma il teatro ha delle possibilità in più rispetto a quelle, più “cronachistiche”, del cinema e della televisione; sono quelle del sogno, della trasfigurazione, che rendono possibile amplificare la vicenda di uno e farla diventare quella di molti. Se la storia di Alan rimanesse solo sua, raccontarla sarebbe inutile. Ecco quindi che alle parole, alla vita narrata, si aggiungeranno le immagini, e la vita, appunto, “immaginata”. Penso all’uso di proiezioni realizzate in videomapping per dare vita a ciò che la parola non può dire: i sogni, le aspettative, i desideri, l’immaginazione dei piccoli profughi come Alan Kurdi.

La videoproiezione darà vita, innanzitutto, al luogo da cui la voce e la presenza di Alan giungeranno: una sorta di Atlantide, un piccolo Eden subacqueo tra le cui spume, sabbie, coralli la piccola esistenza del bambino è rimasta impigliata. Allo spettatore, giovane o adulto, spetterà il compito di raccogliere la sua esistenza, reale ma soprattutto immaginata, “sperata”, come porgendo l’orecchio ad una conchiglia per sentire, in qualsiasi luogo ci si trovi, il lontano rumore del mare.

note a cura di Giuliano Scarpinato

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4 marzo 2018 ore 17
Udine, Teatro S. Giorgio
Contatto TIG in famiglia per Udine città teatro per i bambini
spettacolo inserito all’interno di Strade di coraggio, giustizia e legalità, un progetto a cura di CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e Libera. Associazioni nomi e numeri contro le mafie - Coordinamento FVG

Al termine Don Pierluigi Di Piazza Centro di accoglienza E. Balducci, Francesco Cautero Libera - Coordinamento FVG, Micol Sperandio Associazione La Carovana Artistica, Qais Mohammad Hashimi attivista per i diritti umani, con una testimonianza sul suo viaggio dall'Afghanistan all'Europa, Rita Maffei CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e gli attori incontrano il pubblico per il primo incontro del ciclo Strade di coraggio, giustizia e legalità

CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e Libera. Associazioni nomi e numeri contro le mafie propongono Strade di coraggio, giustizia e legalità, e avviano le prime due tappe di un viaggio che attraversa mondi solo apparentemente lontani da noi, ai quali siamo invece profondamente legati. Un viaggio toccante, di conoscenza e riflessione, per comprendere che siamo tutti chiamati a partecipare alla costruzione di una società e un mondo più giusti e solidali, dove infanzia e giovinezza non devono essere negate a bambini e ragazzi né da guerre causate da grandi interessi politco-economici, né da contesti sociali difficili dove è necessario intervenire urgentemente per garantire, oltre che il rispetto delle regole, anche i diritti (alla cultura, alla scuola, allo sport, al gioco, al lavoro) e i servizi necessari a promuovere il pieno sviluppo delle persone e la costruzione del bene comune.

Immagini

Tournée

prima assoluta
5 maggio 2017 ore 17.30
Festival Segnali
Milano, Teatro Verdi

tournée
20 maggio 2017
ore 20.30
In\Visiblecities - Urban Multimedia Festival
Gorizia, Kulturni Dom
7-8 febbraio 2018 matinée
Latina, Teatro Gabriele D'Annunzio
1, 2, 5, 6, 16 marzo 2018
ContattoTIG 17-18
Udine, Teatro S. Giorgio
4 marzo 2018 ore 17
ContattoTIG in famiglia 17-18
Udine, Teatro S. Giorgio
8 marzo 2018 ore 9 e 16
9 marzo 2018 
ore 9
Bagnacavallo (RA), Teatro Goldoni
10 marzo 2018
Santa Sofia (FC), Teatro Mentore
12 e 23 marzo 2018
ContattoTIG 17-18
Cervignano (UD), Teatro Pasolini
13 marzo 2018 matinée
Cormons (GO), Teatro Comunale
14-15 marzo 2018 matinée
Tolmezzo (UD), Teatro Candoni
21 marzo 2018 
Conselice (RA), Teatro Comunale
25 marzo 2018 ore 16
26 marzo 2018 matinée
Forlì, Teatro Diego Fabbri
27-28 marzo 2018 matinée
Roma, Teatro Sala Umberto
8, 9, 10 aprile 2018
Roma, Teatro Quarticciolo
12-13 aprile 2018 matinée
Ferrara, Teatro Boldini
14 aprile 2018 ore 21
Scandicci (FI), Teatro Studio Mila Pieralli
17-18 aprile 2018 matinée
Piacenza, Teatro Filodrammatici
20 aprile 2018 ore 21.30
Vimodrone (MI), Sala Everest
29 aprile 2018 ore 17
Marsala (TP), Teatro Impero
13 dicembre 2018 ore 20.30
14 dicembre 2018 matinée
Trieste, Teatro Miela
26 marzo 2019 matinée
Vicenza, Teatro Astra
27 marzo 2019 matinée
Mira (VE), Teatro Villa dei Leoni
31 marzo 2019 ore 17
1 aprile 2019 matinée
Lucca, Teatro Tenuta dello scompiglio
3-4 aprile 2019
Padova, Piccolo Teatro Don Bosco