| nelle scuole secondarie
9 marzo 2016
15 marzo 2016

Elogio del povero fante

tecniche utilizzate: lettura scenica e musica dal vivo
durata: 60 minuti

Elogio del povero fante
è soprattutto una rabbiosa invettiva contro la guerra (ogni guerra), smascherata in tutte le sue ipocrisie e violente falsità. Lo spettacolo ruota attorno alla figura del “povero fante”, del “fantaccino”, qui reso in tutta la verità della sua reazione vitale, in un elogio che ne onora la dignità offesa e la disperazione. Il testo, basato sull’opera di Curzio Malaparte, "Viva Caporetto!", è integrato con frammenti tratti da "La buffa" di Giulio Camber Barni e liriche di D’Annunzio, Rèbora, Noventa e Trilussa.
Elogio del povero fante è una partitura per due attori, ora interagenti in forma di sketch e dialoghi, ora narranti o recitanti.
Le due voci si allacciano ai suoni di una fisarmonica e a brani di autori del Novecento o del repertorio della Grande guerra, uniti a libere improvvisazioni. La traccia musicale è arricchita da canzonette eseguite in stile di cabaret.

"Viva Caporetto!" è un saggio-testimonianza scritto da Malaparte nel 1921, frutto di una esperienza diretta di guerra. Mentre, tutt’attorno, dilaga il mito della guerra vittoriosa, Malaparte scrive un libro di rottura, sconveniente e trasgressivo. Aggredendo luoghi comuni, corrodendo sentimenti diffusi, l’autore dà un senso nuovo, provocatorio e alternativo alla ritirata di Caporetto, capovolgendo le verità ufficiali su uno dei drammi più oscuri del nostro Paese.

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